Il Tartufo è stato nei secoli scorsi per Vezza d’Alba, nella zona centrale del Roero, una grandissima risorsa per i contadini che a novembre, dopo la semina del grano, si trasformavano in Trifolao e percorrevano ogni notte gli estesi boschi di querce, pioppi, olmi, salici tartufaie naturali. Vezza d'Alba forma con altri 21 Comuni il territorio Roero, area collinare posta sulla sinistra del fiume Tanaro, corso d'acqua che divide dall'area collinare più vasta denominata Langa. Un ambiente con rilievi ripidi, sabbiosi denominati "bricchi" separati da valli e vallette fresche e ombrose. Vezza ospita sul versante più soleggiato i suoi bricchi ammantata di vigneti e sui versanti Nord estesi boschi.
Un paesaggio molto vario grazie alla presenza della biodiversità di colture, alcune storiche, con eccellenze quali il pesco che sopravvive accanto alle nuove, come il nocciolo. Argille, marne e sabbie finissime si alternano a formare la stratigrafia delle colline vezzesi, formando l'ambiente molto favorevole per le tartufaie. Oggi il grande patrimonio boschivo della zona viene tutelato anche provvedimenti e regolamenti comunali che controllano l'abbattimento delle piante tartufigene e favoriscono la piantumazione di piante a vocazione tartufigene.
di Antonella Brancadoro
Direttore Associazione Nazionale Città del Tartufo
FONTE:
https://www.italiaatavola.net/tendenze-mercato/agricoltura-cibo/creativita-l-intraprendenza-non-mancano-a-vezza-d-alba-dove-tartufo-bianco-impera/79893/